Il codice tributo 4001 serve per versare il saldo IRPEF, ovvero la somma residua dovuta dopo aver sottratto eventuali acconti. Comprendere come, quando e dove utilizzarlo è fondamentale per evitare errori nei versamenti, sanzioni e problemi con l’Agenzia delle Entrate.
Chi deve utilizzare il codice 4001
Il codice tributo 4001 è utilizzato da tutti i contribuenti tenuti a pagare il saldo dell’IRPEF. In particolare, riguarda:
- Lavoratori dipendenti e pensionati con redditi soggetti a conguaglio
- Liberi professionisti in regime ordinario
- Imprenditori individuali e ditte individuali
- Persone fisiche con obblighi dichiarativi
Non è utilizzato dai contribuenti in regime forfettario, che versano imposte sostitutive con codici diversi.
Quando si usa il codice tributo 4001
Il codice 4001 si utilizza per il versamento del saldo IRPEF relativo all’anno precedente. La scadenza ordinaria è fissata al 30 giugno dell’anno successivo al periodo d’imposta. Tuttavia, per i titolari di partita IVA in regime ordinario, sono spesso previste proroghe. Per esempio, il versamento può slittare a luglio o agosto con una lieve maggiorazione dello 0,40%.
Come compilare il modello F24 con il codice 4001
Per inserire correttamente il codice tributo 4001 nel modello F24, segui queste indicazioni:
- Sezione: Erario
- Codice tributo: 4001
- Rateazione/Regione/Prov./Mese rif.: quattro cifre, le prime due indicano la rata (es. “01”), le seconde il numero totale di rate (es. “07”), quindi “0107” se stai pagando la prima di sette rate. Se paghi in unica soluzione o compensi un credito, usa “0101”
- Anno di riferimento: indica l’anno d’imposta cui si riferisce il saldo (es. “2024”)
- Importi a debito versati: inserisci la cifra da versare
- Importi a credito compensati: compilare solo se utilizzi crediti per compensare il saldo IRPEF
Esempio pratico
- Se devi pagare un saldo IRPEF di 6.000 euro relativo al 2024 in 7 rate, la prima rata sarà di 857,14 euro. Nel campo “rateazione” indicherai “0107”, come prima rata di sette.
- Se invece hai un credito IRPEF da riportare, lo indicherai nello spazio “importi a credito compensati”, sempre con codice 4001 e “0101” nel campo rateazione.
Compensazioni possibili
Il codice 4001 può essere utilizzato anche per compensare crediti IRPEF con altri tributi o contributi, purché nel modello F24 siano riportati correttamente gli importi nelle rispettive sezioni.
Cosa fare in caso di ritardo: ravvedimento operoso
Se il pagamento non avviene entro la scadenza, è possibile regolarizzare la posizione tramite ravvedimento operoso, evitando sanzioni più gravi. In questo caso si aggiungono al modello F24 anche:
- Codice 8901 per le sanzioni
- Codice 1989 per gli interessi
Le sanzioni e gli interessi variano in base al numero di giorni di ritardo, partendo dallo 0,1% fino a percentuali più elevate dopo l’anno.
Altri codici tributo correlati
- 4033 – Acconto IRPEF prima rata
- 4034 – Acconto IRPEF seconda rata o unica soluzione
- 8901 – Sanzione per ravvedimento
- 1989 – Interessi per ravvedimento operoso
Sanzioni e scadenze da ricordare
- Scadenza ordinaria: 30 giugno
- Proroga con maggiorazione: fino al 20 agosto (solo per soggetti con partita IVA)
- Ravvedimento operoso entro 15 giorni: sanzione ridotta allo 0,1% giornaliero
- Interessi legali in vigore dal 1° gennaio 2025: 2% annuo
FAQ
1. Il codice 4001 si usa anche in caso di credito IRPEF?
Sì. In caso di credito, si inserisce l’importo nel campo “a credito compensati” con il codice 4001 e si indica “0101” come rateazione.
2. Posso usare il codice 4001 se sono in regime forfettario?
No. I contribuenti in regime forfettario usano codici specifici per l’imposta sostitutiva, non il 4001.
3. Cosa significa il campo “rateazione/mese rif.” nel modello F24?
Indica il numero della rata e il totale delle rate previste. Ad esempio, “0307” indica la terza di sette rate.
4. È possibile correggere un F24 errato con codice 4001?
Sì, tramite il ravvedimento operoso o presentando un F24 integrativo nei termini previsti.
5. È possibile compensare il saldo IRPEF con altri crediti fiscali?
Sì, purché i crediti siano utilizzabili e correttamente indicati nel modello F24, nel campo “importi a credito compensati”.