Molti imprenditori e investitori si chiedono: “La mia azienda è davvero redditizia?”. Il solo utile netto non basta a rispondere: serve un indicatore che isoli la gestione operativa dalle variabili fiscali e finanziarie.
Ecco che entra in gioco l’EBITDA: un parametro chiave per valutare la redditività aziendale. In questa guida scoprirai cos’è, come si calcola, perché è utile e quali limiti presenta, con esempi pratici e confronti con EBIT e MOL.
Cos’è l’EBITDA
L’EBITDA (Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization) è un indicatore di redditività lorda.
Misura la capacità dell’impresa di generare margini attraverso la sua attività caratteristica, prima di considerare:
- interessi passivi o attivi (scelte finanziarie),
 - imposte (politiche fiscali),
 - ammortamenti e svalutazioni (politiche contabili).
 
👉 È uno strumento molto usato da analisti, banche e investitori perché mostra la “forza operativa” reale dell’azienda.
A cosa serve l’EBITDA
L’EBITDA viene utilizzato per:
- Valutare la redditività operativa indipendentemente da fattori esterni.
 - Confrontare aziende dello stesso settore, anche in Paesi diversi.
 - Analizzare trend interni di crescita o calo negli anni.
 - Determinare multipli di valutazione (EV/EBITDA, Debt/EBITDA).
 - Supportare decisioni di investimento o di acquisizione.
 
Come calcolare l’EBITDA
Ci sono due principali metodi:
Metodo diretto
EBITDA = Valore della produzione – Costi operativi esterni – Costi del personale
Metodo indiretto
EBITDA = Utile netto + Interessi + Imposte + Ammortamenti + Accantonamenti
Esempio pratico
- Ricavi totali: 1.000.000 €
 - Costi esterni: 600.000 €
 - Costi del personale: 200.000 €
 
👉 EBITDA = 1.000.000 – 600.000 – 200.000 = 200.000 €
EBITDA, EBIT e MOL: differenze
| Indicatore | Cosa misura | Differenze | 
|---|---|---|
| EBITDA | Redditività lorda, prima di ammortamenti, imposte e interessi | Indica la forza operativa “pura” | 
| EBIT | Redditività operativa al netto di ammortamenti | Più vicino all’utile operativo | 
| MOL | Margine Operativo Lordo | Spesso usato come sinonimo di EBITDA, ma con lievi differenze contabili | 
L’EBITDA Margin
Per confrontare aziende di dimensioni diverse si usa il margine EBITDA:
EBITDA Margin = (EBITDA / Ricavi totali) x 100
Esempio:
- EBITDA: 200.000 €
 - Ricavi: 1.000.000 €
👉 EBITDA Margin = 20% 
Maggiore è il valore, più efficiente è l’azienda nella generazione di utili operativi.
Limiti dell’EBITDA
Nonostante la sua diffusione, l’EBITDA ha alcuni limiti:
- Non considera gli investimenti in beni strumentali (Capex).
 - Non riflette la posizione finanziaria netta.
 - Può dare un’immagine troppo “ottimistica” della redditività.
 
Per questo va sempre analizzato insieme ad altri indicatori (cash flow, ROI, ROE, posizione finanziaria netta).
Conclusione
L’EBITDA è un indice prezioso per capire se un’azienda “sta in piedi” grazie alla sua attività operativa. Non va però interpretato da solo, ma insieme ad altri parametri di bilancio. Usato correttamente, è un alleato fondamentale per imprenditori, analisti e investitori.
FAQ
1. EBITDA e MOL sono la stessa cosa?
Spesso vengono usati come sinonimi, ma il MOL può escludere alcune poste che l’EBITDA include.
2. Qual è un buon EBITDA margin?
Dipende dal settore: in media varia tra il 10% e il 20%, ma in alcuni comparti (software, consulenza) può superare il 30%.
3. EBITDA può essere negativo?
Sì, e significa che l’azienda non copre nemmeno i costi operativi con i ricavi.
4. Chi utilizza l’EBITDA?
Imprenditori, banche, analisti e potenziali investitori per valutare performance e rischio.
5. EBITDA e flusso di cassa coincidono?
No, perché l’EBITDA non considera variazioni di capitale circolante e investimenti in immobilizzazioni.
								


